Dott. Florio Vincenzo P.I. 07093051212

Riceve a Piazza Navigatori 8

A ridosso di Via Cristoforo Colombo, al confine fra i quartieri Ardeatino, Eur, Ostiense, San Paolo e Garbatella

Dott. Florio Vincenzo

Quanti modi esistono di soffrire?

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Nevrosi

Borderline

Psicosi

"La smetti di fare il nevrtotico?!"
Avremo usato o sentito migliaia di volte una espressione del genere ma, con ogni probabilità, non ci si è posti con altrettanta frequenza il problema di cosa possa effettivamente significare. Questo perché la sua valenza si inscrive in un tono "rimproverante" e ciò basta a soddisfare la sua intenzione comunicativa.
La persona nevrotica sembra aver interiorizzato appieno la dimensione del rimprovero e diviene in tutto e per tutto un esiliato dal proprio desiderio, ovvero, un individuo che rinuncia a se stesso, non sentendosi all'altezza dei propri desideri. Nell'esperienza nevrotica accade di non riconoscere negli obiettivi raggiunti ciò che realmente si desidera o, ancora, di  avvertirsi impotenti, mai realmente autorizzati a perseguire i propri scopi.

La conseguenza di scenari simili è che il senso di colpa diventa il nucleo patologico del paziente nevrotico. 
Nonostante tutto, la persona nevrotica ha un senso integrato della propria identità per cui è in grado di fornire una descrizione complessa e particolareggiata di se stesso, ha un solido ancoraggio alla realtà e, in ragione di ciò, può fornire una descrizione altrettanto complessa e coerente degli altri. In definitiva, il paziente nevrotico vive come qualcosa di strano parte di ciò che l’ha spinto a chiedere aiuto e ha l'intuizione che questa sua difficoltà derivi proprio da se stesso.

"In medio stat virtus... o forse No"

Diversamente da quanto si potrebbe immaginare la struttura borderline non costituisce una posizione realmente intermedia tra la nevrosi e la psicosi. Quando si parla di psicopatologia ci si riferisce a dimensioni che  si caratterizzano per la loro discontinuità. L'aspetto centrale della sofferenza borderline è legata all'angoscia per la perdita, alla minaccia di sottrazione, al rischio di un lutto per un oggetto che li consuma e che, al tempo stesso,  è indispensabile per mantenerli ben ancorati alla realtà. Si appoggiano a tal punto nei confronti di questo oggetto privilegiato che quando questo lutto sembra materializzarsi sperimentano una fase regressiva che può farli confondere con i pazienti psicotici. La storia del disturbo di personalità borderline è segnata da un lungo dibattito, ancora in corso, sull’ampiezza e i limiti di questa categoria diagnostica che può tracimare in dipendenze nei confronti di sostanze stupefacenti, in relazioni amorose altrettanto "tossiche"  dove non mancano manifestazioni violente e altamente possessive.

"Je so pazzo... nun ci scassat' o'...."

Come suggerisce il testo della famosa canzone la "follia" altro non sarebbe che una terribile strategia difensiva per evitare di farsi sopraffare dai limiti che impone la realtà. La fuga psicotica non si limita a negare alcuni aspetti poco graditi della realtà ma determina una disorganizzazione globale dell'esperienza. In altri termini, viene a cadere la linea di demarcazione fra realtà interna ed esterna e il mondo percepito si popola di una massiccia proiezione di angosce interne. La complessità della realtà cede il passo a interpretazioni globali e grossolane, schiacciate su di un'unica chiave di lettura (il delirio). Il mondo diventa angosciante, persecutorio, non c'è più spazio per mezze misure e ogni giudizio formulato risulta totalizzante. Basta veramente poco per andare incontro a incomprensioni, e di colpo, anche persone familiari e a cui si vuole bene assumono un aspetto minaccioso. Diversamente da quanto suggerirebbe il senso comune il funzionamento mentale della persona psicotica non è agli antipodi del funzionamento "normale".
I progressi della clinica hanno consentito di comprendere che anche i pazienti psicotici hanno aree di capacità notevoli e che, qualche volta, specialmente se trattati provando a comprendere la loro sofferenza, possono ritornare ad un funzionamento orientato sulla realtà.